Raccolta e trasporto rifiuti urbani differenziati
La raccolta differenziata risponde a due problemi legati all’aumento esponenziale della produzione di rifiuti:
- il consumo di materia prima (diminuito appunto grazie al riciclo),
- la riduzione delle quantità destinate alle discariche e agli inceneritori.
Inoltre, dalla gestione integrata dei rifiuti può venire anche un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento dell’aria.
La questione della salvaguardia del nostro ambiente è stata sempre al centro di grandi dibattiti e il problema dei rifiuti è divenuto ancora più rilevante vista la crescita dei consumi e l’aumento della popolazione.
Oggi le politiche europee e nazionali sui rifiuti sono incentrate sulla gestione integrata dei rifiuti che, associata alla diminuzione nella produzione degli stessi, può consentire il conseguimento di rilevanti obiettivi: rispetto costante dell’ambiente,energia rinnovabile riduzione dei costi di smaltimento.
La soluzione è, innanzitutto, cercare di produrne il meno possibile e, in seguito, valorizzare ciò che scartiamo riutilizzando tutti i materiali che possono essere riciclati con la raccolta differenziata: la raccolta differenziata è infatti oggi il modo più sostenibile per smaltire i nostri rifiuti.
Il fine ultimo è dunque la separazione dei rifiuti in modo tale da reindirizzare ciascuna tipologia di rifiuto differenziato verso il più adatto trattamento di smaltimento o recupero che va dallo stoccaggio in discarica o all’incenerimento/termovalorizzazione per il residuo indifferenziato, al compostaggio per l’organico e al riciclo per il differenziato propriamente detto (carta, vetro, plastica, metallo ). Il riciclaggio dei rifiuti, oltre a risolvere il problema delle discariche, che già da tempo costituiscono una delle principali fonti di inquinamento,consente dunque importanti risparmi di energia e di materie prime.
Tipologie di rifiuti
Organico – Talvolta chiamato “umido”, è la frazione compostabile dei rifiuti domestici. In discarica genera il cosiddetto biogas (metano) che talvolta è utilizzato come fonte energetica e il percolato cioè il liquame che si raccoglie sul fondo della discarica. Le discariche hanno il fondo creato con fogli di Pvc termosaldato che incanala il percolato verso il fondo dove viene raccolto e portato ad impianti di depurazione.
L’organico in molti comuni è gestito in casa dai cittadini, che lo riciclano in proprio attraverso il compostaggio domestico. In giardino con un contenitore apposito detto composter, anche autocostruito, si raccoglie la frazione organica di cucina e dell’orto/giardino che mediante un processo aerobico di decomposizione si trasforma in concime adatto ad essere riutilizzato direttamente nell’orto. Molti comuni riconoscono al cittadino uno sconto sulla tassa/tariffa dei rifiuti per la gestione in proprio di questa frazione. Cosa va incluso nell’organico: alimento avariato, avanzo di cibo, carne, cortecce, filtro di thè, fiori, fondo caffè, guscio d’uovo, stuccicadenti, pasta, pane, paglia, pesce, pianta domestica, scarto da cucina, riso, verdure, segatura, terriccio e tovagliolo.
Plastica – Con il recupero di 1.000 tonnellate di plastica (ossia la quantità di plastica prodotta da una piccola città) si ottiene il risparmio di circa 3.500 tonnellate di petrolio, cioè l’equivalente dell’energia usata da 20.000 frigoriferi in un anno. Anche i toner e le cartucce fax e fotocopiatrici, oltre a contenere materiali inquinanti, sono di plastica: utilizzali il più a lungo possibile mediante la rigenerazione e, una volta esauste, consegnale all’isola ecologica.
Anche per la raccolta differenziata della plastica bisogna seguire certe regole di base. Teoricamente tutti i tipi di plastica sono adatti al riciclaggio, a meno di contaminazioni che lo rendano sconveniente. Nei prodotti sicuramente riciclabili vi è comunque il simbolo caratteristico (tre frecce a formare un triangolo) con all’interno il numero SPI (Society of the Plastics Industry) identificativo del polimero specifico (pe polietilene; petpolietilentereftalato; pvc polivinilcloruro; pp polipropilene; ps polistirene).
Carta – Per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica. Per produrre invece una tonnellata di carta riciclata bastano 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia elettrica, ma soprattutto nessun albero abbattuto. La carta, che è fatta di cellulosa, può essere riciclata: la cellulosa si estrae dal legno e da altri vegetali, in questo caso viene ricavata dalla carta della raccolta differenziata e la si riutilizza per produrre la carta riciclata. Nel riciclaggio della carta vi sono procedure per l’eliminazione dell’inchiostro (procedure possibilmente non inquinanti o a bassissimo impatto ambientale) che devono essere applicate. Ai fini del riconoscimento esiste la marchiatura volontaria di riconoscimento del materiale prevalente da parte dei produttori. Nel caso della carta il simbolo che rappresenta tutti i contenitori a base carta (a partire dal 25%) è CA, che indica carta accoppiata ad altro materiale, ad esempio i prodotti della Tetra Pak, non riciclabile, almeno nella maniera classica, ma che necessita di tecniche particolari.
Tipi di carta non adatti alla raccolta
- tutti i materiali non cellulosici, i contenitori di prodotti pericolosi;
- carte sintetiche;
- ogni tipo di carta, cartone e cartoncino che sia stato sporcato, ad esempio carta oleata (quella che contiene affettati e formaggi), carta e cartone unti (anche le scatole della pizza) e fazzoletti di carta usati; questi ultimi possono finire nella raccolta differenziata della frazione organica;
- carte termiche (scontrini);
Vetro – Nella produzione di vetro “nuovo”, per ogni 10% di rottame di vetro inserito nei forni si ottiene un risparmio del 2,55% di energia, equivalente ad oltre 130 litri di petrolio risparmiato per ogni tonnellata di vetro riciclato usato. Si stima che l’industria vetraria registri ogni anno un risparmio energetico, grazie alla raccolta differenziata, pari a 400.000 tonnellate di petrolio.
Affinché il vetro raccolto possa essere riciclato in vetreria è necessario sottoporlo a un’operazione di selezione presso un impianto di trattamento specializzato. Il trattamento è composto di varie operazioni di cernita (manuale o meccanica), frantumazione, vagliatura.
In particolare, vengono eliminati nell’ordine:
- corpi estranei di grosse dimensioni
- frammenti di ceramica, porcellana, pietre, corpi metallici, plastica, ecc.
- corpi magnetici
- corpi leggeri (carta, alluminio, legno, ecc.)
Alluminio – Per produrre 1 kg di alluminio, occorrono circa 15 kwh di energia elettrica ed un impianto di estrazione di bauxite, in Italia peraltro assente e quindi vincolata all’importazione dall’estero. Per produrre 1 kg di alluminio da materiale riciclato, occorrono invece 0,8 kwh di energia. Gli imballaggi in alluminio, salvo casi molto particolari, vengono raccolti insieme ad altre tipologie di materiali (p.es. vetro, plastica , imballaggi ferrosi), con modalità che variano da comune a comune. Gli imballaggi più comuni che circolano in casa e in cui l’alluminio è quasi sempre presente sono: lattine per bevande, bombolette aerosol, scatolette e vaschette per alimenti, tubetti flessibili come i tubetti della maionese. A questi vanno aggiunti il cosiddetto “foglio sottile” (per esempio i fogli d’alluminio in rotoli) e i tappi o similari con chiusura a vite.
Gli imballaggi in alluminio sono identificati dal simbolo alu oppure ‘AL’. In caso di dubbio, il modo più semplice per accertarsi della natura di un oggetto in metallo è l’uso d’unacalamita: l’alluminio è totalmente amagnetico. La legge 475/88 ha istituito il Consorzio Obbligatorio Alluminio e Ambiente (COALA)[25], sostituito nel 1997 dal Consorzio Imballaggi Alluminio (CIAL)[26]. Al 31 dicembre 2008 il Consorzio serviva il 53% dei comuni italiani e il 67% della popolazione (dati CiAL). Il CiAL ha comunicato che nel 2010 sono state riciclate in Italia circa 46000 t di imballaggi alluminio, pari al 72% del quantitativo immesso sul mercato. (Numeri più grandi riguardano il complesso del riciclaggio dell’alluminio, che non deriva solo dai rifiuti domestici, ma anche da quelli industriali e speciali.) Il numero di comuni serviti è salito da 4305 (anno 2008) a 5800.